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Nel programma di Raitre anche filmati ispirati dall’attualità

Corriere della Sera – 18 Settembre 2004

Corti d’autore per «Ballarò»

ROMA – Corti d’autore e notizie.

Riparte «Ballarò», l’approfondimento giornalistico di Raitre (in onda il martedì alle 21). E non promette novità stilistiche di rottura nè, tantomeno, virate verso il reality-show.

«E’ già una sfida mostrare la realtà» sottolinea, sorridendo, Giovanni Floris: raro esempio di conduttore schivo, mite e non innamorato di se stesso. Ritocchi alla struttura del programma ci saranno: «Cercheremo di far ruotare attorno all’attualità tante cose diverse – anticipa il giornalista – il corsivo resiste e anche le copertine interpretate da attori, ma ci saranno anche interventi di comici, ospiti, idee. E soprattutto i reportage che sono il nostro primo mandato».

Il primo sarà un viaggio in treno da Mosca a Beslan: la cittadina teatro della mattanza di bambini.

A volte però la cronaca e l’ inchiesta non bastano per afferrare appieno la realtà. E l’orrore di Beslan ne è un esempio.

Per questo Floris e gli altri autori (Annamaria Catricalà, Stefano Tomassini, Lello Fabiani) hanno chiesto aiuto al cinema. «Il contributo di un artista – spiegano – può aiutare a comprendere il valore profondo di quello che è successo. Vorremmo un mini-corto al mese. Non fiction, ma storie per immagini». Il primo sarà firmato da Paolo Genovese e Luca Miniero, autori di «Incantesimo napoletano».

Il taglio della trasmissione, che prende il nome dal mercato popolare di Palermo, invece, non subirà modifiche. Politica interna ed internazionale ed economia i temi preferiti. «La nostra linea è semplice – spiega Floris – seguire la notizia. Non siamo nè una tribuna politica, nè un ristorante dove si può prenotare un posto. Stabiliamo con criteri giornalistici chi invitare». La rete, che ha incassato il 12% di share di media con punte del 17%, ha programmato 40 puntate rendendolo un programma di «identità».

Un successo che il conduttore attribuisce alla capacità di instillare il dubbio: «C’è sempre una contraddizione pronta – spiega – le teorie se reggono alla prova del dubbio vanno bene, altrimenti sono da cambiare». E se Bruno Vespa, temendo di «bere acqua già bevuta», lamenta troppi talk-show informativi in onda, Floris lo considera un fatto positivo: «Chi si lamenta della concorrenza è sempre il commerciante, mai il consumatore. Per noi è uno stimolo a offrire di più».

Virginia Piccolillo (Corriere dela Sera)