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Intervista a Giovanni Floris

Onda Tivù – metà Settembre 2005, intervista a Giovanni Floris

Elegante, ironico e determinato, Giovanni Floris è pronto per iniziare un nuovo anno alla guida di Ballarò. Quali sono le novità di questa edizione?

Il formato è sempre lo stesso. Abbiamo riorganizzato la redazione, aumentato il parco inviati e deciso quale nuova forma di linguaggio abbinare alla diretta.

Il primo anno i corsivi, lo scorso i cortometraggi, nel 2005/2006 cosa ci aspettiamo?

Gli spot pubblicitari. Alcune importanti e note agenzie stanno collaborando con noi per creare degli spot della durata di 40 secondi. Lo scopo è quello di ricordare i temi da non dimenticare: come la solidarietà, la fame nel mondo, l’importanza dell’impegno e la libertà.

Una scelta dettata dalla necessità visto che sarà un anno di campagna elettorale?

Certo. Generalmente in questi periodi si cerca il consenso. Noi, invece, vogliamo mantenere l’attenzione sui problemi del Paese.

Quindi quale sarà il tema affrontato nella prima puntata?

L’economia senza dubbio. Purtroppo la guida non è certa e mentre i leader si perdono dietro altre problematiche, la finanziaria tarda ad arrivare e il Governatore Fazio non si dimette. Ballarò non è una trasmissione di propaganda, e non lo sarà neanche questa volta. Il nostro scopo è porre domande e provare a trovare risposte.

Di quale puntata è maggiormente orgoglioso?

Quando la generale Janis Karpinski di Abu Ghraib ha accettato di parlare in trasmissione. È venuta a Roma apposta per noi, si è confrontata con Amnesty International e poi è ripartita.

E l’improvvisata di Silvio Berlusconi?

Quella è stata una grande vittoria. Dopo dieci anni ha accettato un confronto. La sua presenza è stata la conseguenza del nostro buon lavoro.

Pensa che ora avvertirà prima di venire?

Lo abbiamo già invitato. Staremo a vedere.

Ballarò al momento è un’isola felice, una delle poche trasmissioni che fanno informazione e sono di pubblica utilità. Come mai?

Non lo so, a Raitre lavoro benissimo, in maniera libera e indipendente. E comunque sono molti i programmi che ritengo ben fatti: per esempio, Porta a porta, Omnibus, Matrix, Blu Notte, il Mattino di Costanzo e Mi manda Rai 3.

Quindi emetterebbe un buon giudizio sui palinsesti?

Beh, ci sono dei validi giornalisti, ma sento molto la mancanza di Enzo Biagi e di Michele Santoro.

Non le è capitato di subire pressioni o censure?

Mai e lo dico in tutta sincerità.

Il suo modo di gestire i confronti è particolare: bastone e carota?

Io non sono un conduttore, ma un giornalista, un inviato a dirla tutta. Quando mi è capitata questa occasione mi sono trovato a dovermi costruire una modalità e ho scelto quella più adatta a me. Ormai il peggio è passato, per fortuna.